L’assessore ai beni culturali Salvo Presti ha inteso rispondere al presidente della società milazzese di storia patria, Massimo Tricamo che nella giornata di ieri ha inviato una lettera aperta al sindaco Giovanni Formica.
Ecco di seguito la nota dell’esponente dell’Esecutivo mamertino.
“Gentile Presidente, a seguito della pubblicazione su Facebook di una sua “lettera aperta” all’indirizzo del Sindaco, intendo chiarire utilmente alcuni passaggi, sebbene per Lei sia superfluo, visto che, collaborando attivamente da tempo il mio Assessorato attraverso il sodalizio che presiede, è a conoscenza di fatti e date. Malgrado ció, trovo opportuno dover restituire la verità delle cose: un buon segnale di servizio alla Città, come amiamo sempre dire, in questi anni nei nostri dialoghi, quando si dice di amarla. La Mostra cui Lei fa riferimento nella lettera, è stata proposta a questa Amministrazione nel 2017 da parte dell’encomiabile propositività della Signora Laura Ryolo e che sarebbe stata supportata proprio da Storia Patria Milazzo.
Proposta progettuale straordinaria e imperdibile dato che da lì a breve la Città si sarebbe preparata a vivere l’evento di Nave Rizzo, evento clou di una serie di attività ricollegate al centenario della Prima Guerra Mondiale che l’Amministrazione, e il mio Assessorato in particolare, già dal 2016 non ha mancato di celebrare.
Penso, ma lei ricorda meglio di me, la concessione nel 2016 da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri del Logo nazionale celebrativo per la presentazione del volume curato dal dott. Luigi Giacobbe per la Soprintendenza di Messina in occasione del Maggio dei Libri di quell’edizione, la mostra su Luigi Rizzo a Palazzo d’Amico realizzata con la Marina Militare ad Ottobre 2018, una pubblicazione specifica sui caduti milazzesi a firma di Girolamo Fuduli a Novembre 2018, la collaborazione con la Brigata Aosta di Messina e la sua Banda lo scorso Novembre per la ricorrenza del 4 Novembre, la scelta del Complesso Monumentale da parte dell’ Esercito Italiano con la loro mostra itinerante sul tema Prima Guerra Mondiale fatta al Monastero delle Benedettine a Luglio 2019.
Mi scuso se dimentico qualche attività ulteriore ma mi conforta che lei sappia che sono state fatte, mentre qualcuno tra i suoi lettori/commentatori magari non ricorda o afferisce al principio “Io non c’ero, quindi, l’attività non è mai esistita”, principio non di rado applicato in Città. Mi permetto di aggiungere anche che la Mostra al Castello della Signora Ryolo ha rappresentato anche un momento di recupero di alcuni spazi accessibili che, come ripetutamente da Lei detto, erano stati adibiti, durante amministrazioni precedenti, a distribuzione di birra e pseudo artigianato da bottega di canestri e panieri.
Un recupero che col sostegno privato ha riconferito anima a quegli spazi, rendendoli, al momento, i più idonei per gli allestimenti espositivi. La Mostra, in quanto tale, su indicazione dei soggetti proponenti, e volendo celebrare uno specifico momento storico, come si desume dal titolo da Voi proposto e dalle date di apertura e chiusura indicate, avrebbe avuto un arco temporale determinato . Eppure, alla luce anche delle successive attività concordate con Lei e del buon riscontro di gradimento – frutto di una comune condivisione con questa Amministrazione – alcune riflessioni ci hanno spinto, senza troppi indugi, a mantenere in essere l’esposizione per ben oltre un anno dalla sua preventivata conclusione spingendoci a Settembre 2019.
Risulta chiaro, quindi, come non sia ipotizzabile alcuno sgarbo alla Signora Laura Ryolo, o al suo sodalizio, ai suoi soci, ai suoi supporters, o mancanza di rispetto ad alcun caduto milazzese: non avremmo investito culturalmente nelle attività sopra elencate. Molto più semplicemente, per un principio di alternanza dell’uso dei beni pubblici, si è palesata la necessità di usare quegli stessi spazi, rimessi strutturalmente in decoro per la Mostra sulla Grande Guerra, per altra finalità culturale, comunque valida nella mia visione, e che da qui a breve consentirà, su tutt’altra materia, di realizzare finalità divulgative tra i più giovani, pubblico che ho particolarmente a cuore ad avvicinare ai luoghi della Cultura.
É pacifico che anche questa esposizione avrà una durata concordata. Né l’una, ieri, né l’altra, domani, hanno i caratteri di esclusività. Solo alternanza di proposte culturali, come avviene in tanti altri luoghi di Cultura. Finisce una mostra (protratta per oltre un anno rispetto alla prima conclusione prevista), ne inizia un’ altra. Non si vuol danneggiare alcuno né può avere carattere di esclusività dei contenuti la presenza e collaborazione di una associazione. Semmai, l’obiettivo comune su cui lavorare può essere quello di trovare soluzioni altre per proseguire l’opera di risistemazione di ulteriori spazi. Anzi, stimolo per la collettività a visitare con occhio sempre nuovo lo stesso luogo.
Ciò che rammarica, invece, è la scelta di un’associazione, che ha presenza su scala nazionale, di affidare il proprio pensiero, presumo con scelta collegiale dell’assemblea soci, per bocca del presidente pro tempore, ad un continuo bombardamento mediatico social dal sapore political-propagandistico come se non ci sia mai stata condivisione, collaborazione e dialogo pregresso.
Dato non veritiero visto che Storia Patria, dal 2017, svolge meritorie attività in tanti ambienti del Complesso Monumentale del Castello e di certo non installate furtivamente.
Diversamente, il rischio è che si propaghi l’idea che un pregevolissimo sodalizio storico della Città voglia sottoporre la mia persona ad un costante pubblico e gratuito attacco attraverso un racconto sartoriale nel tentativo di screditarmi ad ogni costo attraverso un racconto al pubblico di azioni che così presentate possano sembrare da soggetto scriteriato e vendicativo. Non appartiene alla mia storia. Lei è la prova che in questi anni qualunque visione non sempre nata coincidente, con reciproco rispetto dei ruoli e delle differenze di pensiero, può giungere a scelte condivise.
Ultimamente invece mi trovo costretto a leggere sue reprimende come se Massimo Tricamo, presidente di Storia Patria, sia altro dallo stesso soggetto con cui si é lavorato insieme in piena coscienza di ciò che può fare questo Ente, in questo momento storico amministrativo, e cosa è costretto a procrastinare.
Da un giorno all’altro gli “angeli custodi”, impegnati anche fisicamente nel rendere il castello un luogo che oggi mostra un decoro mai registrato dai tempi del post restauro, diventano incompetenti e svogliati amministratori.
Da un giorno all’altro il suo profilo diventa, anche con 10 pubblicazioni in 2 ore, luogo di denuncia di ogni piccola sbavatura o inconveniente.
Gioco di comunicazione fin troppo facile per un luogo che presenta molte fragilità le cui cause sono molteplici e complesse, analisi tante volte condivisa con lei e in parte risolvibili solo con strategie mirate e distribuzione di risorse a medio e lungo termine. Per strana coincidenza negli stessi giorni lei fa da guida per una visita al complesso monumentale a un onorevole di fratelli d’Italia e il suo profilo rilancia le posizioni politiche di Giorgia Meloni.
Da angeli custodi a incompetenti il passo é stato breve. Troppo. Eppure siamo gli stessi. Toni e semplicismo populista che mal si concilia con l’estrema pragmaticità con cui Lei si è misurato fino a ieri con questa Amministrazione e che mi lascia perplesso. Sarebbe disarmante vestire le scelte politiche che ognuno di noi, da privato cittadino, può legittimamente percorrere in vista delle Amministrative 2020, sotto il manto di un presunta neutralità di una associazione nazionale trasformata in strumento di propaganda elettorale. Non fa bene a Lei, non fa bene alla Città, non fa bene a quel pubblico di visitatori che con fatica, dal 2016, io per un verso, Lei per altro, abbiamo portato, pur tra tanti limiti, al Complesso Monumentale”.