Controreplica del sindaco Formica al consigliere Midili a proposito dell’operazione “DInastia”. Il primo cittadino lette le dichiarazioni dell’esponente politico di opposizione, ha diffuso la seguente nota: “Mi sorprende la reazione nervosa e scomposta del consigliere Midili al mio comunicato sull’operazione “Dinastia”, ma ancor più mi sorprendono le cose non vere da lui affermate. Sarebbe stato sufficiente ammettere di avere, al tempo, clamorosamente sbagliato.
Io sto ai fatti e cito un articolo di stampa del 24 ottobre 2016, del quale non trovo smentita alcuna, dal titolo “Mafia a Milazzo, Midili chiede un consiglio comunale straordinario”. Nel corpo dell’articolo si trova il virgolettato delle dichiarazioni fatte in aula dal consigliere, che mi limito a riportare col copia-incolla, nelle parti di interesse.
Questo è ciò che ha detto: “Mi sono coricato alcune sere fa pensando che Milazzo fosse una città normale. Mi sono risvegliato l’indomani sapendo, grazie alla televisione, che Milazzo è una città dove c’è la mafia e l’omertà sociale. Parole del nostro sindaco dichiarate durante la trasmissione Piazza Pulita di La7”; ancora “A esplicita domanda di Vittorio Sgarbi al nostro sindaco, “ma a Milazzo c’è la mafia?”, la risposta testuale è stata : “Si, come in tutta la Sicilia”; “… Io vivo in un’altra Milazzo, dove c’è la delinquenza media ma mai è balzata agli onori della cronaca per avere cosche o famiglie mafiose. Sono orgoglioso di vivere in un’altra Milazzo. Il sindaco si svegli:
il periodo del kgb sono finiti”; ed infine “Mi sento da milazzese offeso da quanto dichiarato dal sindaco in televisione. Voglio capire perché ha associato la parole mafia a Milazzo e cosa intende per controllo sociale. Perché questo significherebbe, a questo punto, che una parte di questo consiglio comunale ha ricevuto voti dalla mafia. E io ritengo che non sia così. Quindi caro presidente la invito a fare riunione inerente con i capigruppo per verificare la necessità di una riunione straordinaria alla presenza del sindaco. Capire se viviamo in una società satellite degli anni 80 dell’Unione Sovietica”.
Poi, in effetti chiese anche un consiglio straordinario su alcuni procedimenti disciplinari.
Nessuna insinuazione, quindi, nei confronti del Consigliere, ma soltanto l’invito a chi si candida alla guida della città a dire parole chiare su un fenomeno che, come dimostrato, riguarda anche noi.
Parole che per me sono facilissime da pronunciare, con riguardo all’ultima operazione come a tutte le precedenti.
Aggiungo che intervenire, come ho fatto, richiamando il periodo di campagna elettorale che si affaccia, non significa sminuire l’operato degli inquirenti, ma esattamente il contrario. Chi ha responsabilità nel governo della cosa pubblica non può limitarsi ai complimenti, ma deve personalmente essere impegnato, coi fatti, a difendere i valori della legalità contro ogni mafia e deve dichiararlo ogni volta che se ne presenta l’occasione, perché il messaggio, partendo dalle Istituzioni, diventi sempre più un patrimonio dell’intera collettività.
Questo è l’aiuto concreto che dobbiamo, tutti insieme, dare allo Stato nella lotta alla criminalità organizzata che, altrimenti, rischia di diventare una cosa che devono fare altri.
Il fatto, poi, che il consigliere Midili ritenga che ciò che io dissi al tempo “equivale a dire che ogni milazzese è potenzialmente mafioso” è una sciocchezza talmente evidente che non merita approfondimenti. Io dissi quello che è qui riportato testualmente, che è talmente chiaro che non richiede alcuno sforzo interpretativo”.