Scuola elementare di via Trimboli, il Cga ribalta la sentenza del Tar e accoglie l’appello del Comune disponendo la possibilità che lo stesso possa, a differenza di quanto precedentemente disposto, decidere non solo restituire il bene ma anche procedere al cosiddetto “esproprio sanante”, ovvero acquisire il bene al patrimonio pubblico corrispondendo ai proprietari il dovuto. In questo caso si andrà a determinare la somma da dover pagare.
Tale importo – e questo è un altro aspetto rilevante della sentenza – non rientrerà nella gestione ordinaria, bensì nella fase di dissesto in quanto la vicenda risale ad un periodo antecedente al 31 dicembre 2014.
I proprietari delle aree potranno dunque ottenere il loro credito insinuandosi nella massa passiva che rientra nella competenza della commissione di liquidazione.
Il Comune dovrà far valere l’opzione di scelta (restituzione o acquisizione) entro 120 giorni. Se non lo farà a palazzo dell’Aquila s’insedierà – già nominato in via sostitutiva dal Consiglio di giustizia amministrativa – quale commissario ad acta il prefetto di Messina o un suo delegato, che potrà giovarsi dell’assistenza di tecnici comunali e/o esterni per la determinazione delle somme da pagare.
Nella sentenza di primo grado il Tar di Catania aveva accolto il ricorso della famiglia Faranda ad avere il risarcimento del danno per il diverso valore dei terreni espropriati, imponendo al Comune l’obbligo di restituire agli iniziali proprietari delle aree, previa riduzione in pristino, l’immobile, ovvero in alternativa di acquisire il bene e risarcire il danno derivante dall’occupazione illegittima.
Nell’appello il legale dell’ente, Carmelo Briguglio ha invece sostenuto che in via alternativa alla restituzione del bene e al risarcimento occorreva prevedere anche la possibilità di acquisirlo e procedere al risanamento del danno per occupazione illegittima. Tesi che è stata accolta.
“Era impensabile dover abbattere una scuola elementare comunque completata e del tutto funzionante – ha detto il sindaco Giovanni Formica- per ripristinare la precedente situazione in cui si trovava il terreno utilizzato per costruirla. Ovviamente l’Amministrazione darà corso al cosiddetto “esproprio sanante”, andando a quantificare la somma dovuta e la stessa sarà inserita nella massa passiva che l’Organo straordinario di liquidazione ha competenza di gestire”.